sabato 16 giugno 2007

XI Domenica del Tempo Ordinario - 17 giugno 2007

L’unzione a Betania. Miniatura ottoniana del X secolo. Biblioteca municipale di Treviri (Germania)

Luca 7,36-8,3: [36]Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. [37]Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; [38]e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. [39]A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». [40]Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». [41]«Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. [42]Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». [43]Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». [44]E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. [45]Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. [46]Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. [47]Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». [48]Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». [49]Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». [50]Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». [1]In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. [2]C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, [3]Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.


Cari amici e care amiche,

con domenica siamo all’XI domenica del tempo Ordinario (17 giugno 2007). Riprendiamo così il lungo itinerario di Gesù nel tempo e nello spazio quotidiano della storia degli uomini, con la proposta della lettura del Vangelo di Luca (anno C). Domenica sarà narrato l’episodio di una donna che, entrata nella casa di Simone il fariseo, si mette a lavare i piedi di Gesù (Lc 7,36-8,3).

Partiamo dal commento che sta al termine del racconto: “C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,2-3). Una nota riportata solo da Luca, che non trova riscontro negli altri Vangeli: oltre ai Dodici e agli altri discepoli, attorno a Gesù - “che se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio” (Lc 8,1) -, c’erano anche delle donne, delle discepole che “erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità” (8,2).
La ragione del loro discepolato, dunque, consisterebbe in una profonda esperienza di guarigione dal male non solo fisico/psichico (“infermità”), ma anche, e soprattutto, spirituale (“spiriti cattivi”).

Ecco, dunque, comparire una donna sulla soglia della casa di Simone “il lebbroso” ( secondo Mt 26,6 e di Mc 14,3). “Una peccatrice di quella città”, stando alla presentazione di Lc 7,37 e alle convinzioni del fariseo Simone (Lc 7,39). Perché tutti sanno del suo peccato. Ma Gesù non la distanzia con un sorrisetto ironico e beffardo, non la ghettizza neppure mentalmente. Senza prendere misure precauzionali, le permette di fare quello che il suo istinto affettivo le suggeriva da tempo, magari dopo aver superato pregiudizi pesanti: “venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato” (Lc 7,37-38).
Siamo davanti a un gesto che segnerà l’esperienza pasquale di Gesù. Tanto che Luca narrerà più avanti di Maria di Betania, “la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola” (10,39); mentre Giovanni nota che, trovandoSi Gesù ancora a Betania nell’imminenza della Sua Pasqua, “Maria, presa una libbra d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell’olio” (12,3).

L’amore e l’esigenza di perdono che un amore autentico comporta, non sono mai stati un gioco per nessuno. Dicono piuttosto il senso ultimo della presenza di Gesù tra noi. Il motivo della Sua venuta, la trama profonda della Sua rivelazione divina. Per questo Gesù decide di spiegare a Simone il lebbroso (cioè ‘peccatore’), il senso esatto e non equivoco di ciò che stava accadendo nella sua casa. ServendoSi della Sua didattica: gli racconta la parabola dei due debitori (7,41-42), corredandola di alcune osservazioni puntuali e provocatorie al fine di meglio enunciare la Sua tesi sull’importanza del perdono e sul suo significato: “‘Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco’. Poi disse a lei: ‘Ti sono perdonati i tuoi peccati’” (Lc 7,47-48), incurante di chi si scandalizza di queste Sue affermazioni.
In questo senso un perdono vero scaturisce da una relazione d’affetto profondo e singolare. Impastato sempre d’amore gratuito, senza calcoli. Se in questa donna presuppone la consapevolezza di un bisogno d’amore che solo Gesù sa ricolmare pienamente, da parte di Gesù comporta il desiderio, tipico di un Dio che è anzitutto amore, di donarSi. E la donna dimostra d’averlo compreso lavandoGli i piedi, in segno di venerazione e rispetto delicato e profondo.

E’ così che anche Gesù, il Figlio di Dio, impara l’amore e il perdono. Del resto, è legittimo chiedersi in che termini Maria, Sua Madre, avendoLo così maternamente amato, L’abbia istruito a declinare l’amore nei piccoli gesti di attenzione e di bontà che si possono insegnare a un bambino e a un ragazzo.
Si comprende così il gesto alto e solenne che anche Gesù compirà durante l’Ultima Cena, stando all’Evangelo di Giovanni: “si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi mise dell’acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale era cinto”(Gv 13,4-5).
L’insegnamento di Gesù sull’amore si riassume dunque in un gesto che Lui stesso ripeterà dopo averlo imparato da una donna. Al punto che esorterà i Suoi a fare altrettanto: “Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” (Gv 13,14).

Il ripetersi settimanale dell’azione eucaristica non chiede altro che d’essere ripetuto, proprio per Suo esplicito comando: “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19).

Buona domenica a tutti.

Gesù lava i piedi ai discepoli. Icona etiope (Atelier del monastero di Bose).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cari amici è il perdono la chiave di lettura di questo brano evangelico domenicale. Il perdono è un gesto importante, che può cambiare il corso di molti eventi storici.

Il perdono può bloccare l'inizio di qualsiasi spiraglio di odio e violenza; il perdono è il vincere il male con il bene;accettare i limiti ed i difetti dell'altro e perciò perdonarlo.

Io incomincio a guardare l'altro, il mio prossimo con uno sguardo più misericordioso, che preferisce accogliere anziche respingere!

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu