mercoledì 14 febbraio 2007

Il Vangelo - Domenica 18 Febbraio 2007

Il pellicano - smalto del tabernacolo della Chiesa di San Ferdinando (Università Bocconi)


Luca 6,27-38: [27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.

Cari amici e care amiche,

da quando Dio, in Gesù, ha detto d’essere l’Amore (“Dio è amore”, 1Gv 4,8), non si tratta più di definirLo, immaginando il Suo volto (come fanno un po’ tutte le religioni), ma piuttosto di riamarLo e di amare come Lui ci ha insegnato: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso” (Lc 10,27).

In questo senso, tutte le esortazioni ad amare contenute nel brano evangelico che sarà letto nella celebrazione eucaristica di domenica prossima (18 febbraio 2007, VII domenica del Tempo Ordinario), non sono una sequenza di precetti morali – “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra e a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica” (Lc 6,27-29) –, ma la dimostrazione di come sa amare Dio. In modo folle, oltre i nostri schemi e il nostro buon senso.
Che questa sia la chiave di lettura del brano evangelico lo dice proprio Gesù, quando afferma: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36).

Stabilito l’impianto teologico del discorso di Gesù, possiamo anche addentrarci in alcuni passaggi di Luca 6,27-38. E, per quanto si tratti sempre di considerazioni non scontate a riguardo dell’amore, è però confortante sentirci anzitutto amati così da Dio, sino al dono stesso di Gesù, Suo Figlio (Gv 3,16). Gesù, infatti, non ci ha solo invitati ad amare in un certo modo, ma ci ha concretamente dimostrato che proprio l’amore di Dio, il Suo stesso modo di amare, è possibile anche umanamente. Come ci volesse convincere che amare così come Lui ci ha amati (Gv 13,34) è l’unica strada che vale la pena percorre nella vita.
Anzi, amare con questo slancio e con questa gratuità, è persino bello. Non è casuale, infatti, che l’espressione usata da Gesù: “fate del bene” (Lc 6,33.35) potrebbe essere anche meglio percepita nella prospettiva del bello, più che del buono. Perché amando come Lui ci ha insegnato non comporta solo qualcosa di buono, ma soprattutto qualcosa di particolarmente bello. Persino piacevole, amabile e desiderabile. Se il buono potrebbe comportare una soddisfazione legittima, il bello raggiungerebbe direttamente il cuore della persona amata, generando ancora sorpresa e stupore.

Che dire allora dell’amore ai nemici del quale Gesù parla a lungo (Lc 6,27.32.35)? Gesù è molto diretto: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare anche la tunica” (Lc 6,27-29). E potremmo chiederci: con quale misura Gesù ci sta chiedendo di amare i nemici? Possiamo eventualmente cercare di disquisire sui limiti, su dei criteri o delle possibili interpretazioni del caso, come se Gesù stesso dicesse: ‘mio caro, io amo così, ma tu fa’ come puoi, secondo le tue capacità e i tuoi limiti, la tua misura possibile’?
Se anche in ordine ai grandi valori che l’uomo da sempre ricerca (la verità, la giustizia o la pace) è comprensibile la ricerca di una via di mezzo possibile (in medio stat virtus), questo non è il caso dell’amore, così come Dio ce lo ha regalato con Gesù. L’amore che Gesù ci ha insegnato è semplicemente disarmante e disarmato. Non ha limiti. Se si ha la grazia di poterlo intravedere – questa è la nostra fede! – non si può che cercare di raggiungerlo, radicalmente e senza mezze misure. Questo ci hanno detto anche i santi. Perché questo è l’amore di Dio. L’amore che “è Dio”.

Ma sarebbe anche importante evidenziare un’altra caratteristica del modo di amare al quale Dio stesso ci invita e ci sospinge. La gratuità, infatti, è la sua caratteristica più dirompente: “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi” (Lc 6,32-36). Quanto sia attuale l’esigenza della gratuità nell’amore è innegabile. Se non va contrapposto l’amore gratuito di Dio e il nostro profitto egoistico (si pensi a quali livelli di sfruttamento soggiace l’amore erotico), tuttavia sarebbe una grande conquista se i discepoli di Gesù, già da dentro la Chiesa, riuscissero a stabilire il primato della gratuità su qualsiasi forma di profitto.

Cosa significa, in fondo, celebrare, di domenica in domenica, l’Eucaristia? Sicuramente continuare a riascoltare la bellezza insuperabile dell’amore della parola di Gesù: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati: perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato” (Lc 6,37-38). Uscendo poi dalla chiesa sentendosi accompagnati da questo detto di Gesù: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35).

Ancora buona domenica a tutti.

6 commenti:

COMITATO ha detto...

COMPLIMENTI CARO DON WALTER PER QUESTA NUOVA INIZIATIVA CHE TI METTE ALL'AVANGUARDIA TECNOLOGICA.
LEGGERO' CON MOLTO INTERESSE QUESTO BLOG.
CARLO BRUSADELLI

Terri ha detto...

Bene! Mi piacciono le novità. E mi piace che questo servizio cominci con un commento così importante. Allora, come espressione del mio apprezzamento, riporto un passaggio che ritengo fondamentale:
L’amore che Gesù ci ha insegnato è semplicemente disarmante e disarmato. Non ha limiti. Se si ha la grazia di poterlo intravedere – questa è la nostra fede! – non si può che cercare di raggiungerlo, radicalmente e senza mezze misure. Questo ci hanno detto anche i santi. Perché questo è l’amore di Dio. L’amore che “è Dio”.

filippo ha detto...

Caro don Walter, congratulazioni! Con oggi inizia anche per te l'era del cosiddetto Web 2.0! Ieri le email e il sito, oggi la mailing list e il blog! E domani ... io sto gia' pensando al podcast con le tue omelie! Ma per adesso godiamoci questo bel servizio.

Anonimo ha detto...

Caro Don Walter,
Iniziativa davvero lodevole. L'idea di un blog dove possiamo telematicamente confrontarci sul Suo Commento al Vangelo è molto interessante, e lo è specialmente per chi come me vive all'estero. Questa è un'altra dimostrazione di come Lei ben assolve al dovere di diffondere La Parola di Dio.
La Sua idea mi induce ad un'ultima considerazione e cioè che Scienza e Religione possono davvero convivere, non solo perchè la scienza può aiutare la Religione e viceversa, ma soprattutto perchè ogni umano progresso esalta il Nostro Creatore e dà dimostrazione della Sua perfetta opera.

Grazie,
Francesco Vitulano

Unknown ha detto...

Ciao don allora congratulazioni... e questo e` solo l'inizio! A presto!

Terri ha detto...

Bene, qualcuno scrive...
Filippo, supertecnologo, che cosa d'altro stai ideando? Che cosa è il podcast? Temo che dovrai spiegarlo anche al don... E io che credevo di aver fatto un doppio salto mortale con avvitamento in aria scrivendo su questa rubrica e invece adesso mi sento assolutamente fuori tempo massimo. Sob, sob, sigh!